sabato 12 novembre 2011

Far fruttificare i propri talenti

«Dopo molto tempo il padrone tornò e volle regolare i conti con loro».
Noi uomini effettivamente tendiamo a rimuovere questa frase del Vangelo. Il tempo ci sembra sempre infinito, i conti lontani. La società ci suggerisce di rimandare a domani: rateizzare i pagamenti, rinviare un impegno, darsi il tempo del riposo o del dolce far nulla.
Gesù ci richiama semplicemente all’evidenza: il tempo è limitato, ogni istante va vissuto pienamente per se stesso.
Ciò che non riusciamo più a riconoscere è il fatto che la vita non è di nostra proprietà. Ci è concessa come un dono, da «accettare, condividere e restituire», come canta Renato Zero in un brano dedicato a Giovanni Paolo II. Il tempo del possesso può essere lunghissimo, può crescere con le scoperte scientifiche, ma non sarà mai infinito.
Nel pacco regalo della vita ci sono molte monete, spesso diverse gli uni dagli altri. È stupendo poterle far fruttificare, come è entusiasmante vedere cosa si può fare mettendo in comune le risorse di tanti individui. Poi, nel tempo che il Signore – ben più consapevole della nostra ragione – individuerà, rimetteremo il «malloppo» nelle sue mani.
Speriamo di non avere rancori, rimorsi e rimpianti, anche se ci saranno ancora tante cose che la nostra mente o il nostro corpo avrebbero voluto fare. Non la nostra anima, che aveva già appreso il tempo giusto per restituire i talenti a Dio, per giungere al porto nelle sue Braccia, per prendere parte alla sua gioia.
Per questo gli chiediamo di aiutarci ad essere vigili e presenti, riconoscenti e responsabili, nella logica del dono che non si attacca alle nostre mani ma corre verso l’Infinito, benedetto da lui.

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