venerdì 16 dicembre 2011

il vangelo di domenica 18 Dicembre 2011

IV Domenica di Avvento - Anno B

Santo(i) del giorno : B. NEMESIA (Giulia) Valle, Vergine,  S. GAZIANO di Tours (F), Vescovo

«Non temere, Maria»

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,26-38. 
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. 

sabato 10 dicembre 2011

per riflettere...

Passo dopo passo, il nostro cammino in questo Avvento prosegue, e siamo ormai alla terza domenica: chissà quanti modi splendidi abbiamo saputo trovare, durante la settimana appena trascorsa, per preparare la strada al Signore che viene!
Chissà quante occasioni abbiamo saputo cogliere per stendere tappeti di benevolenza e di gentilezza sulla strada della nostra vita! Chissà quanta luce abbiamo saputo spandere intorno a noi, giorno dopo giorno!
Tanto più che, come il Maestro e Signore ci aveva suggerito la Prima settimana di Avvento, sappiamo ormai essere attenti a tutto quello che ci circonda e alle persone che ci vivono accanto: in questo modo, diventano davvero numerose le occasioni per abbellire la nostra strada verso il Signore!
Perciò, quale sarà, oggi, la nuova parola pronta ad accompagnarci? Ripercorriamo insieme il Vangelo e la scopriremo di certo.
In questa domenica ci viene incontro di nuovo la figura di Giovanni Battista, che già abbiamo cominciato a conoscere domenica scorsa.
Sappiamo che è il cugino di Gesù, sappiamo che vive solitario sulle rive del fiume Giordano e sappiamo anche che alcune sue scelte possono stupire: si nutre di cavallette e miele selvatico e indossa una veste di pelo di cammello.
Di Giovanni Battista, però, sappiamo soprattutto che ha ricevuto da Dio un impegno molto importante: aiutare la gente del suo tempo a prepararsi per accogliere l'annuncio di Gesù, la sua Bella Notizia!
Quindi Giovanni Battista è proprio la persona giusta per aiutarci nel cammino di Avvento; questo è proprio il suo incarico, è uno specialista in questo!
Stiamo allora ad osservare cosa succede nel brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato.
In Palestina, c'è molta curiosità intorno alla figura di questo strano tipo, un po' brusco di modi, che non si perde in troppe chiacchiere. C'è tanta gente che va a cercarlo perché desidera ricevere il battesimo, perché vuole cambiare davvero la sua vita.
Ma ci sono tanti altri che vanno lungo le rive del Giordano soprattutto per curiosità.
I capi del popolo, i sacerdoti del Tempio e i farisei, cominciano a impensierirsi un po': Chi sarà mai, questo Giovanni Battista??
Le voci su di lui sono tante e vogliono saperne di più; perciò ecco che una mattina, sulla riva del fiume Giordano, si presenta una delegazione ufficiale. È un gruppo di persone inviato dai capi del popolo, dai farisei e dai sacerdoti del Tempio: tutti uniti nel rivolgere una sorta di interrogatorio a Giovanni Battista.
Quello che questi investigatori vogliono scoprire è: chi è veramente Giovanni Battista. Le folle, entusiaste, dicono in giro da tempo che lui è il Cristo, il Salvatore inviato da Dio; altri affermano che è il profeta Elia che è ritornato; altri dicono che è comunque un profeta? insomma voci diverse, con pareri diversi.
Per questo gli inviati da Giovanni Battista pongono subito la domanda fondamentale: Tu, chi sei??
Penso valga la pena fermarci un istante a considerare la semplicità e l?umiltà di Giovanni Battista. Poteva approfittare dell'occasione per ricevere onore, applausi e molto altro, se avesse risposto come la folla desiderava!
Bastava dire che sì, era lui l'inviato da Dio che da secoli si attendeva! Oppure poteva dire che sì, era proprio lui il profeta Elia ritornato una seconda volta!
Ma Giovanni ama la verità, è lì per dire a tutti la verità sul Signore che sta per giungere e quindi non si lascia sfiorare da nessun pensiero di successo: non ci tiene a diventare famoso, preferisce parlare chiaro.
Perciò risponde di no, che lui non è nessuna di quelle grandi personalità che la gente pensa. Anzi, quando quelli insistono perché vogliono saperne di più, Giovanni Battista prende a prestito le parole del profeta Isaia per rispondere: io sono soltanto voce di uno che grida nel deserto.
È un'immagine molto bella: Giovanni dice di sé, che lui è solo una voce, nulla di più.
Una voce che chiama, che invita, che sollecita, che chiede a chiunque voglia ascoltare, di preparare la strada al Signore.
Il suo compito è quello di parlare e annunciare, di gridare, se occorre, per scuotere i cuori un po' addormentati: è voce.
Non ha importanza nient'altro di lui, della sua persona, conta solo il suo impegno ad annunciare il Signore che viene. Al Giordano compie la sua missione di essere testimone del Signore che sta per giungere.
L?evangelista Giovanni, che ci racconta questo episodio nel brano di Vangelo che abbiamo ascoltato, ci descrive il Battista usando proprio questa parola: testimone. E ripete più volte che il Battista è proprio questo: un uomo chiamato a dare testimonianza.
Ma che cos'è un testimone? Testimone è chi ha visto qualcosa con i propri occhi o l?ha sentita con le proprie orecchie e può dire agli altri che non c?erano: sì, è così, è proprio così.
Molte volte, nella vita, c'è bisogno di persone che siano testimoni, che possano dire: sì, è successo proprio così.
Per esempio, quando due persone si sposano, al matrimonio devono essere presenti almeno altre due persone che firmano sul registro e che dichiarano: ?Sì, è vero, questi due si sono sposati qui e oggi. Noi eravamo presenti, abbiamo ascoltato il loro sì, e nessuno può dire il contrario!?
Oppure, se succede un incidente stradale, magari in una via della città, i vigili chiedono alle persone che si trovavano sul posto di raccontare cosa è successo, cosa hanno visto, tutti i dettagli che ricordano, in modo da poter ricostruire l?accaduto: queste persone sono i testimoni e la loro memoria, insieme alle loro parole, aiuta i vigili, che prima non c'erano e non hanno potuto vedere nulla, a capire quanto è successo al momento dell'incidente.
Sapete che cosa succede in Italia se una persona perde i documenti e deve farseli fare di nuovo?
Per esempio, immaginiamo che il signor Tizio Chilosà perda i suoi documenti, non ne ha nessuna copia e deve correre a rifare la carta d?identità: come farà? Come può dimostrare chi è, come si chiama? Mica lo conoscono quelli dell?ufficio anagrafe!
Semplice: si deve presentare negli uffici dell?anagrafe insieme a due persone che lo conoscono e che i documenti ce li hanno. Perciò il signor Tizio Chilosà va insieme a sua moglie e a suo fratello, e questi due testimoniano che Tizio si chiama proprio Tizio Chilosà. Sono loro che testimoniano che è proprio chi dice di essere.
Quindi il compito di un testimone è un compito serio, di grande responsabilità.
Ebbene, Giovanni Battista è il testimone di Gesù: lì, sulle rive del fiume Giordano, dice a tutti che Gesù è proprio l?inviato di Dio.
Mi sembra che testimone può essere la parola preziosa che ci guida nella terza settimana di Avvento. Anche noi siamo chiamati ad essere testimoni di Gesù.
Come?
Beh, tutte le domeniche ascoltiamo la sua Parola qui in chiesa, i più grandi si lasciano avvolgere dal suo amore anche attraverso l'Eucaristia.
In più, tutti noi, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a riconoscere la sua presenza attraverso l'amore dei nostri genitori e di tutte le persone che ci vogliono bene.
Abbiamo imparato a riconoscere la sua presenza che à vita, nella natura, nella bellezza del creato.
Quindi sappiamo tantissimo di lui e davvero possiamo essere suoi testimoni, nella vita di ogni giorno, di fronte a tutti quelli che si chiedono se davvero Gesù è il Figlio di Dio, se davvero Gesù è quell?amico unico e insuperabile, se davvero Gesù riempie di amore e di gioia la vita!
Possiamo essere suoi testimoni con piccoli gesti: non vergognandoci della nostra fede, non avendo paura di fare un segno di croce, se ci vede qualcuno, per esempio. Oppure possiamo essere suoi testimoni dicendo alle persone che incontriamo ogni giorno, tutta la nostra gioia per il Natale ormai vicino, che non è solo il far festa, i regali, il buon cibo, le vacanze da scuola? ma è soprattutto il compleanno di Gesù! Possiamo essere suoi testimoni, vivendo come lui ci ha insegnato: riuscendo a non rispondere a un dispetto con un altro dispetto; non volendo essere per forza quelli che vincono ad ogni costo; non escludendo mai nessuno dai nostri giochi; portando avanti bene i nostri impegni di ogni giorno?
E se qualcuno dovesse chiederci: ?Ma chi te lo fa fare?? potremo rispondere da veri testimoni: - Gesù, me lo fa fare! proprio lui!?

il vangelo di domenica 11 Dicembre 2011



III Domenica di Avvento - Anno B - Gaudete

Santo(i) del giorno : S. DAMASO I, Papa (memoria facoltativa),  S. MARÍA MARAVILLAS DE JESÚS, Carmelitana scalza, fondatrice
 
«In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me»
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,6-8.19-28. 
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Chi sei tu?».
Egli confessò e non negò, e confessò: «Io non sono il Cristo».
Allora gli chiesero: «Che cosa dunque? Sei Elia?». Rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?». Rispose: «No».
Gli dissero dunque: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».
Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia».
Essi erano stati mandati da parte dei farisei.
Lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».
Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,
uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

mercoledì 7 dicembre 2011

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA!




Ave Maria, piena di grazia
Una bambina viveva felice con il suo papà e la sua mamma.
Ma per vendetta, alcuni uomini molto cattivi rapirono la bambina perché erano invidiosi della felicità della sua famiglia. Arrivarono un giorno nei loro grandi mantelli e, sulla strada che portava alla scuola, s'impadronirono della bambina. Galoppando di gran carriera su cavalli neri si allontanarono ben presto dal villaggio e presero la strada della foresta. La buia e tenebrosa foresta che ingoiava per sempre le persone imprudenti che vi si avventuravano senza guida.
Quegli uomini dal cuore di pietra portarono la bambina nel cuore della foresta. Volevano che si perdesse per sempre nella foresta. La bambina piangeva terrorizzata. E ripeteva, quasi gridava, la preghiera che la mamma e il papà le avevano insegnato: "Ave Maria, piena di grazia...". Dopo un po' giunsero dove la foresta era più intricata e impenetrabile. Là abbandonarono la bambina.
La poverina si accucciò ai piedi di un grande albero, continuando a ripetere tra i singhiozzi: "Ave Maria... Ave Maria...".
Improvvisamente, fra le lacrime, proprio ai suoi piedi vide una rosa. Una rosa dai petali teneri come una carezza. Poco più avanti, ben visibile, tra l'erba e le foglie, c'era un'altra rosa, poi un'altra, un'altra ancora... formavano un sentiero che si snodava tra gli alberi.
La bambina cominciò a camminare da una rosa all'altra, prima esitante, poi quasi di corsa.
Dopo un po' arrivò al margine della foresta e si trovò nelle braccia della mamma e del papà.
Anche loro avevano visto il sentiero di rose ed erano partiti alla sua ricerca.
Perché anche la mamma e il papà avevano continuato a dire l'Ave Maria.
E tutte quelle Ave Maria, quelle dei genitori e quelle della figlia, erano diventate un sentiero di rose.
Che li aveva riportati tutti insieme.

Anche le nostre Ave Maria formano il sentiero che ci aiuta a non perderci nelle foreste di questo mondo... E che ci riporta al sicuro nelle braccia del Padre dei Cieli.

«Piena di grazia»


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,26-38. 
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. 

domenica 4 dicembre 2011

LA TUA STRADA...


Insegnami, Signore, a prepararti la strada.
Dove c'è buio, fammi accendere una luce.
Dove c'è sete,  aiutami a scavare un pozzo.
Dove c'è una ferita, insegnami a lenire il dolore.
Dove c'è solitudine, fammi portare compagnia.
Dove c'è disperazione, fammi portare fiducia.
Dove c'è cinismo, fammi portare alternative.
Dove c'è noia, fammi portare vitalità.
Dove c'è fatica, fammi portare speranza.
Dove c'è amarezza, fammi portare speranza.
Dove c'è ingiustizia, fammi portare equità.
Dove c'è corruzione, fammi portare rettitudine.
Dove c'è ignoranza, fammi portare conoscenza.
Dove c'è vuoto, aiutami ad essere presenza.
Dove c'è nostalgia di TE, fammi annunciare la fede.
Dove c'è morte, insegnami a riempire il futuro di Vita.
Così potrai essere riconosciuto
come Signore e Salvatore,
colui che da tutti è aspettato,
colui che a tutti ha dato una risposta
e certezze di vita eterna.

venerdì 2 dicembre 2011

...per riflettere!

Com'è andata la Prima Settimana di Avvento? Siamo riusciti a seguire l'invito di Gesù? Domenica scorsa ci aveva chiesto: ?Vegliate!?, cioè tenete gli occhi aperti per riconoscere e comprendere quello che succede intorno a voi!
?Vegliate!?, cioè tenete gli occhi aperti per essere attenti alle persone che avete vicino, attenti a non lasciar scivolare via neppure un?occasione per amare!
Chissà quante cose ognuno di noi avrebbe da raccontare riguardo alla settimana appena trascorsa! Chissà quante cose belle ha visto e scoperto tenendo gli occhi ben aperti! Chissà quanto amore ha incontrato e offerto, ciascuno di noi, prestando attenzione a quello che accade intorno e soprattutto alle persone che abbiamo accanto!
Sì, veramente è stato bello vivere il primo passo che il Maestro e Signore ci ha suggerito per questo viaggio attraverso l'Avvento, fino al Natale.
E oggi?
Siamo sicuri che anche la Parola di Dio di questa domenica ha da offrirci il tesoro prezioso che ci potrà accompagnare nella Seconda Settimana di Avvento.
Riflettiamo un momento insieme: mi sembra che, dopo aver ascoltato il Vangelo, ci colpisca subito la figura di Giovanni Battista.
Come per Gesù, i Vangeli non ci raccontano nulla della sua infanzia: sappiamo della gravidanza di Elisabetta, sappiamo del tempo che Maria, sua cugina, trascorre insieme a lei, sappiamo di tutta la grande festa che circonda la nascita di Giovanni? poi, silenzio.
Come sia cresciuto e cosa gli sia accaduto per tanti anni, non lo sappiamo. Lo ritroviamo così, ormai cresciuto, lontano dalla sua casa. Se ne sta in luoghi solitari, lungo le rive del fiume Giordano, invitando tutti a convertirsi.
Da come ce lo descrive la Parola di Dio, sembra un tipo un po' strano: se ne sta lontano da tutti, fuori dalle città. Si veste con stoffe ruvide, con una veste fatta di peli di cammello, e mangia miele selvatico e cavallette abbrustolite: non so voi, ma io proprio non ci terrei a farmi invitare a pranzo da Giovanni Battista!
Eppure, al di là di questi elementi che possono sembrarci un po' strambi, quest?uomo giovane e forte ha un annuncio importantissimo da offrire a chi lo va a trovare: preparatevi, perché il Signore Dio sta per venire!
Tocca proprio a lui preparare il cuore della gente ad accogliere la Bella Notizia che Gesù presto comincerà a portare di città in città!
Giovanni Battista invita a cambiare vita e a prepararsi perché il Regno di Dio è vicino, perché il Signore sta arrivando?
In fondo, è molto simile a quello che ci stiamo ripetendo da domenica scorsa: il Signore Gesù sta arrivando, tornerà, anche se non sappiamo il giorno e il momento preciso. Per questo noi, come la gente del tempo di Giovanni Battista, vogliamo prepararci e prepararci bene.
Alle folle che vanno da lui, Giovanni Battista fa una proposta semplice, ma molto concreta: li invita a farsi battezzare, cioè ad immergersi nelle acque del fiume Giordano, come segno, visibile a tutti, del desiderio di cambiare quello che nella propria vita non è secondo il cuore di Dio.
Chi si rende conto di aver trascurato troppe volte di vivere come il Signore Dio desidera, chi si accorge di essere stato troppo egoista, chi desidera lasciare entrare la forza gioiosa dell?amore di Dio nella propria vita, riceve da Giovani Battista sempre lo stesso invito: fatti battezzare! Così tutti sapranno che i tuoi non sono solo dei bei desideri, ma un impegno vero, un impegno che ti avvolge come l'acqua del fiume, che ti penetra dentro come le gocce d'acqua, che ti lava e purifica dal passato e ti rende fresco e pronto verso il futuro.
Questo è il senso del battesimo presentato da Giovanni Battista che, però, avverte: guardate che le mie parole e questo battesimo non sono il punto di arrivo, ma solo il punto di partenza! Dopo di me arriverà qualcun altro, un altro molto, molto più grande e più potente. Da lui riceverete non un battesimo nell?acqua, ma un battesimo travolgente grazie alla forza dello Spirito Santo.
Questo qualcuno di cui parla Giovanni Battista, noi sappiamo ormai che è Gesù, ma chi va al Giordano, ancora non lo sa.
Però è bello sapere che abbiamo un punto in comune con tutta quella gente che si avvicina alle rive del fiume Giordano per ascoltare Giovanni Battista: stiamo tutti aspettando il Signore e desideriamo tutti prepararci bene!
E allora, cosa possiamo fare?
Anche in questa domenica c'è una parola che può aiutarci: viene ripetuta più volte nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato: ?Preparate la strada?
Appena ho ascoltato questa frase, mi si è incollata in testa e subito mi si è presentata un?immagine: le strade delle nostre città, addobbate così come sono in questi giorni che precedono il Natale.
Pensateci un attimo? chiudete gli occhi e pensate a come i negozianti preparano le strade in cui si affacciano i loro negozi: luci, ghirlande, fiocchi, tappeti rossi e verdi sul marciapiede, vetrine piene di decorazioni? una vera festa per gli occhi!
Si cammina incantati, tra finti ghiaccioli luminosi e alberi di Natale grandissimi, pieni di palline luccicati!
Uno si sente di buon umore semplicemente guardandosi attorno!
E perché i negozianti preparano con tanta cura la via?
Lo fanno perché le persone abbiano voglia di passare proprio da quelle strade, perché si fermino davanti alle loro vetrine, perché camminando per la città, anche da lontano, uno veda tutto quello splendore e dica: ?Voglio andare a vedere! Com'è bello! Voglio proprio avvicinarmi!?
E funziona, vero?, tutto questo impegno nel decorare!
Tutti siamo attratti da una strada bella e illuminata, da una strada che comunica subito il sapore della festa!
Ma se i negozianti preparano così le loro vie, noi in che modo possiamo preparare la strada al Signore?
Forse, possiamo prendere esempio da loro, perché vogliamo che il Signore passi proprio dalla nostra strada.
Vogliamo che si fermi proprio qui, con noi.
Vogliamo che scelga, tra tutte, proprio la strada che abbiamo preparato per Lui.
Vogliamo mettere anche noi i tappeti felpati che rendono piacevole camminare: basta trovare ogni giorno qualche gesto gentile da fare, qualche piccolo favore? mica cose difficili, sapete? Chiudere una porta con garbo invece di sbatterla? muoversi con attenzione quando abbiamo lo zaino in spalla, per non colpire nessuno? salutare con un sorriso le persone che incrociamo per le scale del palazzo o nei corridoi a scuola? non lasciare le scarpe e i libri in giro per casa? non farci ripetere cento volte sempre le stesse cose?
Vedete? Sono tutte cose facili, alla nostra portata! Ma rendono la vita piacevole, come se si camminasse su morbidi tappeti.
E poi possiamo addobbare la strada della nostra vita con le luci della felicità, imparando a riconoscere tutte le cose belle che accadono intorno a noi. Se ci facciamo attenzione, ogni giorno ci sono almeno tre motivi per essere felici: se li riconosciamo, subito il nostro cuore, il nostro volto, i nostri occhi si illuminano!
Ed è una luce speciale e calda, molto, molto, molto più bella di qualsiasi festone luminoso!
Se prepariamo così la strada al Signore che viene, siamo sicuri, certi al cento per cento, che Lui si fermerà a gioire con noi!

il vangelo di domenica 4 Dicembre 2011

II Domenica di Avvento - Anno B

Santo(i) del giorno : S. GIOVANNI CALABRIA, Sacerdote, fondatore,  S. GIOVANNI DAMASCENO, Dottore della Chiesa (mf) 


«Io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali»


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,1-8. 
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,
si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico
e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.
Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». 

...c'era un BAMBINO a BETLEMME!!!!


Questa proposta teatrale e musicale per bambini racconta un'antica leggenda: 
i Re Magi, giunti a Betlemme, cercarono di coinvolgere tutti gli abitanti della piccola cittadina ad andare con loro a visitare Gesù, il bambino appena nato in una grotta. 
Tutti aderirono con entusiasmo, portando i loro doni; solo una vecchina scorbutica e molto egoista rifiutò di vedere e aiutare il bambino, per poi però pentirsi sinceramente... 
come andrà a finire? Un piccolo spettacolo ricco di fantasia, con sei canzoni ritmate e coinvolgenti, per ricordare, insieme ai bambini, come il Natale sia la grande festa dell’amore, dell'accoglienza e della solidarietà....

sabato 26 novembre 2011

per riflettere...


SIATE ATTENTI E VEGLIATE
In questa domenica si apre il nuovo anno della chiesa e quindi il nuovo anno della fede.
 Ci facciamo gli auguri perché questo anno sia bello cioè ricco di gioia, di scoperte, di accoglienza di Gesù, della sua Parola, di Dio e del suo amore.
Ogni anno che passa noi cresciamo: i compleanni ci ricordano che un anno è trascorso e che siamo più grandi. Si cresce non solo perché aumentano gli anni, ma si cresce anche nel fisico. Avete notato che i vestiti che vi andavano bene lo scorso anno ora sono corti e stretti? Questo significa che, crescendo in età, si cambia fisicamente. Si cresce anche nel sapere, tant'è vero che ogni anno si è promossi alla classe successiva. Questi sono alcuni piccoli esempi che vi fanno capire che state diventando grandi.
Anche la fede, però, deve crescere in noi e con noi. 
Una fede che rimane piccola è come un seme che non matura: non porta frutto! Possiamo paragonare la fede ad un abito che deve essere adeguato al nostro corpo, alla nostra statura. Voi non potete più indossare gli abiti di quando eravate piccoli altrimenti rischiate di essere ridicoli! Così la fede: non potete accontentarvi delle cose che da piccoli sapevate di Gesù! Oggi siete chiamati a conoscerlo meglio, ad approfondire, ma soprattutto ad aderire a Lui, alla sua Parola: questo significa crescere nella fede!
Il nuovo anno liturgico dice che siamo in cammino. Le tappe sono sempre quelle, le conosciamo quasi a memoria: tempo di Avvento, tempo di Natale, tempo di Quaresima, tempo di Pasqua, tempo durante l'anno.
Voi direte: "Ma sono sempre le stesse cose? ogni anno Gesù nasce, muore, risorge. Dove sta la novità, la differenza?".
La novità, la differenza la facciamo noi, accogliendo ed aderendo ogni anno sempre di più e in modo nuovo alla Parola di Gesù. Ogni anno crescendo nella conoscenza e soprattutto cercando di imparare a vivere proprio come Gesù. È Lui che guida e indica il cammino giusto per diventare cristiani, uomini e donne capaci di costruire insieme a Dio e agli altri uomini un mondo diverso, più libero, più vero, più in pace, un mondo dove persone di ogni razza lingua e religione sono in dialogo tra loro e vivono la gioia di sentirsi fratelli.
Non è un sogno. Gesù è nato è morto è risorto per questo. Lui il seme lo ha gettato, ma questo seme cresce nella misura in cui trova un terreno accogliente: il nostro cuore. È solo lì che il seme di novità cresce e porta frutto. I frutti di questa accoglienza sono i comportamenti di vita concreti fatti di amore, di attenzione, di perdono, di pace. Ecco gli atteggiamenti giusti per iniziare il nuovo anno.
Le letture di oggi e il tempo dell'avvento ci invitano a stare attenti, in attesa. Un'attesa gioiosa perché siamo certi che il Signore viene, che Gesù sarà proprio il Dio-con-noi anche in questo nuovo anno.
Siate attenti, vegliate! Ecco i verbi di questa domenica. Come possiamo essere davvero attenti, pronti, capaci di vegliare? Gesù viene, ma saremo in grado di riconoscerlo?
C'e un canto che dice così: "Se Cristo bussa alla tua porta lo riconoscerai? Ma come fai se tu non apri mai!"
Aprire la porta del nostro cuore vuol dire imparare ad essere accoglienti e attenti verso tutti. Accogliere l'altro, soprattutto chi è nel bisogno, equivale ad accogliere Gesù.
L'attenzione poi è un elemento importante: chi non è attento, infatti, rischia di non accorgersi di quanto gli capita intorno. Chi non è attento, non impara! Se la mamma, o un compagno di classe, o qualcun altro hanno qualche necessità e noi siamo distratti, quelle persone aspettano invano.
Gesù dice: "L'avete fatto a me". L'accoglienza o il rifiuto dell'altro è accoglienza o rifiuto di Gesù. È lui il padrone di casa e ci riconoscerà come amici se vivremo come lui: in comunione con il Padre e in comunione con gli uomini tutti.
Vivere come lui.
Se Gesù fosse al mio posto che cosa farebbe in questa situazione?
Ecco allora che dobbiamo conoscerlo sempre di più e sempre meglio! Lui è davvero un maestro di vita!
Ragazzi, che ne dite se all'inizio di questo anno ci prendiamo tutti insieme un impegno? Dedichiamo un piccolo spazio della nostra giornata alla lettura della Parola di Gesù. Possiamo cominciare con il vangelo di Marco che è il vangelo di quest'anno.
Tante volte pensiamo che la Parola di Dio è difficile, per certi aspetti è vero è come imparare una lingua nuova: la lingua di Dio. Ma la frequentazione quotidiana di questa Parola, di questo linguaggio, e l'aiuto dello Spirito, l'aiuto del catechista, della mamma, del papà, del sacerdote, della suora, di qualcuno "adulto" anche nella fede, ci apriranno all'intelligenza, ci daranno cioè la capacità di leggere dentro quelle Parole e di trovare in esse luce e forza per vivere attenti e accoglienti verso tutti. Questo è il sogno di Dio per noi. Se vivremo così il Signore ci chiamerà amici.
È proprio un bell'augurio per questo nuovo anno!
Buon cammino!

il vangelo di domenica 27 Novembre 2011



I Domenica di Avvento - Anno B

Oggi la Chiesa celebra : La I DOMENICA DI AVVENTO

Santo(i) del giorno : BEATA VERGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA,  S. VIRGILIO di Salisburgo, Vescovo

La venuta del Signore
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 13,33-37. 
State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
E' come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,
perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!». 

domenica 20 novembre 2011

HO AVUTO FAME E MI AVETE DATO DA MANGIARE


Vorrei imparare, Signore,
a guardare chi mi sta accanto
leggendo i suoi bisogni.

Vorrei capire ciò di cui è affamato e assetato,
di cosa ha bisogno di essere rivestito,
quando si sente forestiero o carcerato,
solo o snobbato dalla gente.

Vorrei sapere se il mio intervento
è gradito e utile, anche se non è richiesto,
per timidezza o per una ferita cocente,
perché non è un'abitudine, perché così non si usa.

Vorrei avere la forza di agire,
il coraggio di partire,
la sfrontatezza di osare.

Ed invece ho paura, 
quasi come se fossi un pioniere
in una società individualista ed pluriassicurata,
dove c'è qualcun altro che ci deve pensare,
perché è il suo mestiere;
dove si tende a nascondere ogni povertà, 
dove si ragiona sul rimediare a casa propria
chi ha attentato alla nostra tranquillità.

Eppure, è la cosa più semplice e naturale del mondo
aiutare chi ha bisogno perché è figlio di un uomo pure lui,
è amato, scelto ed unto da Dio pure lui, povero Cristo.

In Africa o qui, in albergo o in ospedale, a scuola o in galera:
ovunque qualcuno soffre, piange, si dispera.

Aiutami, Signore a superare i miei limiti.

Fammi abbracciare la causa degli ultimi, 
non per paura del tuo giudizio finale, 
ma perché solo così sarò uomo tra gli uomini,
e potrò guardarti in faccia, 
qualunque volto avrai, nella vita eterna.

giudicati sull'amore

Nel grandioso affresco di quest'ultima domenica dell'anno liturgico, Gesù è un <<re seduto sul trono della sua gloria>>. Ben diverso dai domatori assoluti del suo tempo, pur detenendo un amore immenso, divino, sceglie di essere servo di tutti, colui che vive per amore, un compagno di viaggio che da la vita per i suoi amici. Per questo può passare in rassegna le sue pecore, come profetizzava Ezechiele, separando i responsabili del bene da quelli del male. I primi otterranno il bene per l'eternità, i secondi continueranno ad avere il male che si sono scelti per sempre... non dobbiamo considerare questa distinzione come una mancanza di misericordia. E' probabile che il Padre buono faccia di tutto per salvare i malvagi e sogna che tutti possano entrare nel suo Regno Glorioso. Tuttavia, rispetta la libertà di autoescludersi che hanno gli uomini. La netta novità rispetto all'Ebraismo sta nel considerare gli altri, ed in particolare i bisognosi come Gesù stesso. Il Cristianesimo non sarà mai pura spiritualità o meccanico esercizio su di se, sul modello di certe forme religiose orientali. non sarà mai semplice sottomissione alle regole di Dio, sul modello musulmano. Sarà sempre accoglienza reale e creativa di qualunque piccolo dell'umanità, in nome di Dio. Per questo, alla fine, soltanto l'amore lo salverà! 

sabato 19 novembre 2011

per riflettere...

Un giorno alcuni ragazzi discutevano della fine del mondo:
 uno diceva: "Avete sentito l'ultima profezia! tra un anno ci sarà la fine del mondo! Dobbiamo prepararci";
 e gli altri: "E tu ci credi?! Ma chi lo può sapere, nessuno! Sono solo dicerie, smettila di pensarci!". 
Di là passò un anziano che ascoltando parte della discussione intervenne: 
"Cari ragazzi, fate bene a non dar retta alle profezie, ma bisogna prepararsi? 
lassù ci aspetta Dio che vede fino al nostro cuore. 
Lui non chiederà quanto siamo stati bravi o che voto abbiamo preso a scuola, no! 
A Lui interessa il nostro cuore!" e sorridendo se ne andò. 
I ragazzi rimasero senza parole per almeno due minuti e poi quasi all'unisono guardarono fissi il cielo quasi alla ricerca di qualcosa. 
Probabilmente ognuno di loro stava pensando, immaginando Dio e chissà, scrutava il suo cuore per essere sicuro di piacere a Dio! 

venerdì 18 novembre 2011

il vangelo di domenica 20 Novembre 2011


Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'universo, solennità

Oggi la Chiesa celebra : CRISTO RE (solennità)

Santo(i) del giorno : S. EDMONDO, Re e martire ,  B. MARIA FORTUNATA VITI, Monaca benedettina 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,31-46. 
Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,
e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna». 

sabato 12 novembre 2011

Far fruttificare i propri talenti

«Dopo molto tempo il padrone tornò e volle regolare i conti con loro».
Noi uomini effettivamente tendiamo a rimuovere questa frase del Vangelo. Il tempo ci sembra sempre infinito, i conti lontani. La società ci suggerisce di rimandare a domani: rateizzare i pagamenti, rinviare un impegno, darsi il tempo del riposo o del dolce far nulla.
Gesù ci richiama semplicemente all’evidenza: il tempo è limitato, ogni istante va vissuto pienamente per se stesso.
Ciò che non riusciamo più a riconoscere è il fatto che la vita non è di nostra proprietà. Ci è concessa come un dono, da «accettare, condividere e restituire», come canta Renato Zero in un brano dedicato a Giovanni Paolo II. Il tempo del possesso può essere lunghissimo, può crescere con le scoperte scientifiche, ma non sarà mai infinito.
Nel pacco regalo della vita ci sono molte monete, spesso diverse gli uni dagli altri. È stupendo poterle far fruttificare, come è entusiasmante vedere cosa si può fare mettendo in comune le risorse di tanti individui. Poi, nel tempo che il Signore – ben più consapevole della nostra ragione – individuerà, rimetteremo il «malloppo» nelle sue mani.
Speriamo di non avere rancori, rimorsi e rimpianti, anche se ci saranno ancora tante cose che la nostra mente o il nostro corpo avrebbero voluto fare. Non la nostra anima, che aveva già appreso il tempo giusto per restituire i talenti a Dio, per giungere al porto nelle sue Braccia, per prendere parte alla sua gioia.
Per questo gli chiediamo di aiutarci ad essere vigili e presenti, riconoscenti e responsabili, nella logica del dono che non si attacca alle nostre mani ma corre verso l’Infinito, benedetto da lui.

PER I TUOI TALENTI, SOLO E SEMPRE GRAZIE!

Ti ho mai detto grazie, Signore,

per la stupenda avventura della vita? 

Ti ho mai detto grazie, Signore,
per chi mi è stato, mi è e mi sarà accanto
in ogni giorno della mia esistenza,
da quando ero in fasce e dipendevo dagli altri
ai momenti in cui credevo di poter fare da solo,
pur senza esserlo veramente?

Ti ho mai detto grazie, Signore,
per ogni frutto della terra che mi nutre e mi riveste,
per la luce, l’aria e il cielo che rinnova la vita,
per le cose belle che mi riempiono gli occhi e l’anima di gioia?

Ti ho mai detto grazie, Signore,
per ciascun organo del mio corpo, 
per le grandi possibilità della mia mente,
per le vibrazioni che legge il mio cuore,
per la pienezza che a volte sfiora la mia anima?

Ti ho mai detto grazie, Signore,
per ogni contatto ed incontro della mia vita,
per le lezioni apprese da ogni persona,
per il gusto di sentirsi sostenuti dalla gente
che viaggia nella mia stessa direzione, verso di Te?

Ti ho mai detto grazie, Signore,
per le notti buie e gli ostacoli sul cammino, per le sconfitte e gli sbagli 
che fanno comprendere meglio gli altri,
per essermi amaramente scoperto
niente più che un piccolo uomo, bisognoso di te?
Ti ho mai detto grazie, Signore,
per il dono della Fede e della Speranza,
per il desiderio innato di non mollare anche nelle circostanze più buie?

Ho ricevuto tanti talenti. 
A volte mi son sembrati pochi, a volte li ho dati per scontati,
a volte li ho rifiutati, sepolti, nascosti.

Aiutami a moltiplicarli, per me e per gli altri,
prima di restituirli: al prossimo, alla vita, a te

venerdì 11 novembre 2011

il vangelo di domenica 13 Novembre 2011

XXXIII Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A

Santo(i) del giorno : S. AGOSTINA Pietrantoni, Religiosa ,  S. STANISLAO (Stanisław) Kostka, Novizio S.J.


Meditazione del giorno : Beata Teresa di Calcutta
«Sei stato fedele nel poco...; vieni a partecipare alla gioia del tuo Signore»

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,14-30. 
Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;
per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. 

domenica 6 novembre 2011

La tua luce, Signore


Voglio tenere accesa la tua luce, Signore.

Voglio tenere accesa la lampada della fede,
di fronte ai dubbi ed evidenze contrarie,
quando tutti remano contro
e di lasciano prendere da paure e disfattismi.

Voglio tenere accesa la lampada della speranza,
nelle notti tristi ed insonni,
abbandonato dagli uomini e da me stesso,
trovando le radici dell'ottimismo e scommettendo sul futuro.

Voglio tenere accesa la lampada della carità,
desiderio contagioso del bene di ciascuno,
per ribadire il diritto alla gioia di tutti
in un mondo che necessita del mio contributo.

Voglio tenere accesa la lampada della vita,
anche quando è disprezzata, offesa, storpiata,
per restituire la dignità di poterla ricevere
come un'opportunità e non come una condanna.

Voglio tenera accesa la lampada davanti a te,
mia ispirazione, rifugio, compagnia.
solo la tua luce può farmi vedere la Verità tutta intera,
per farmi trovare, riconoscere e raggiungere la mia casa!!!

venerdì 4 novembre 2011

Vicini alla città di Genova

Vicini alla città di Genova

Segno di novembre: educarsi alla politica

Segno di novembre: educarsi alla politica

il vangelo di domenica 6 Novembre 2011

XXXII Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A

Santo(i) del giorno : S. LEONARDO di Noblac, Eremita 

«Ecco lo sposo, andategli incontro!»
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 25,1-13. 
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;
le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!
Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora. 

sabato 29 ottobre 2011

il vangelo di domenica 30 Ottobre 2011

XXXI Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A

Santo(i) del giorno : S. MARCIANO di Siracusa, Vescovo e martire ,  B. ANGELO d'Acri, Sacerdote O.F.M. Cap.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 23,1-12. 

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange;
amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo;
chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

domenica 23 ottobre 2011

il vangelo di domenica 23 Ottobre 2011


XXX Domenica delle ferie del Tempo Ordinario - Anno A

Santo(i) del giorno : S. GIOVANNI da Capestrano, Sacerdote (memoria fac.) 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 22,34-40. 


Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme
e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:
«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».