mercoledì 20 marzo 2013

QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA:Chi è senza peccato scagli la pietra


Continuando l’appello quaresimale alla conversione, fatto da un Dio amorevole che vuole solo la vera felicità per le sue creature, la liturgia ci presenta un altro tassello significativo. Questa volta non si tratta di parabole, ma di vita reale. 
Gesù è nel tempio, il luogo di Dio per antonomasia dell’ebraismo. È anche il luogo in cui i sacerdoti sono preposti alla custodia del bene. Il loro compito non è così difficile: c’è una Legge da applicare. È una Legge che risale a Mosè, quindi a 1200 anni prima, ma è stata consegnata da Dio: quindi come può essere messa in discussione? Quel tipo di donna dev’essere lapidata! Eppure, la Legge è stata fatta per l’umanità; il suo scopo è migliorare la vita del popolo ebraico. Certe punizioni definitive sono così necessarie? Sono un deterrente sufficiente? È questo che vuole il cuore misericordioso di Dio?
Oggi non avremmo dubbi a giudicare, scivolando nell’estremo opposto: forse svaluteremmo l’adulterio, ridotto a scappatella, fragilità, momento di crisi coniugale. Non è questa l’opinione di Gesù, che è ben chiaro: “Va’ e non peccare più!”. Piuttosto quello che sfugge a scribi e farisei è il valore di questa donna. Sì, ha peccato gravemente. Ma da dove nasce il suo errore? Cosa sta provando nel suo cuore? È ancora in grado di fare il bene? Cosa potrebbe dare alla vita degli altri?
I custodi della moralità dimenticano un aspetto fondamentale: cosa avrebbero fatto loro, al suo posto? Il Dio che legge il cuore delle persone, sarebbe così duro e irreprensibile?
La frase di Gesù inaspettatamente ci rimette sullo stesso piano: tutti siamo peccatori, tutti abbiamo bisogno di riconciliarci con Dio...

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